Il lessico di ogni lingua è stratificato; lo strato [+nativo] è quello centrale, quello [-nativo] definisce gli strati periferici che spesso riflettono le vicende storiche. Lo strato [-nativo] dell’italiano è costituito da prestiti e calchi. Sia prestiti che calchi riguardano interferenze tra sistemi linguistici diversi. Si parla di calco quando vi è una riproduzione che sia di struttura morfologica, sintattica o semantica (ad esempio “skyscraper”=”grattacielo”); se la riproduzione è più centrata sul significante si parla di prestito. I prestiti possono essere “adattati” (parole entrate a far parte della lingua italiana) o “non adattati” (forma estranea alle regole fonologiche dell’italiano).
Dizionari specialistici
I dizionari sono:
Monolingui
Bilingui
Plurilingui
Etimologici
Sinonimi e contrari
Neologismi
Elettronici
Inversi
Di frequenza e concordanze
Dizionari elettronici
Permettono una serie di funzioni importanti:
Ricerca di lemmi
Ricerca di più lemmi con certe caratteristiche comuni
Caratteri speciali
Operatori logici
Possibilità di creare dizionari personalizzati
Sillabazione dei lemmi
Ottenere le forme flesse con l’indicazione degli ausiliari per i verbi
Trovare sinonimi e contrari
Arrivare ad un lemma a partire da una forma flessa
Ascoltare la pronuncia delle parole
CAPITOLO VII
LE COMBINAZIONI DELLE PAROLE: SINTASSI
La valenza
I verbi, così come gli elementi chimici, hanno bisogno di essere accompagnati da un determinato numero di altri elementi, affinché la frase risulti ben formata. Esiste quindi una valenza verbale. Gli elementi richiesti obbligatoriamente da un verbo sono detti argomenti.
Tipologie della valenza dei verbi:
verbi avalenti: non sono accompagnati da nessun argomento. Ad esempio piovere;
verbi monovalenti: un solo argomento, sono verbi intransitivi. Ad esempio correre, parlare, arrivare...;
verbi bivalenti: due argomenti, sono verbi transitivi. Ad esempio catturare, piantare, lanciare...;
verbi trivalenti: tre argomenti, sono i verbi “di dire” o “di dare”. Ad esempio <Il professore ha detto ai ragazzi di fare silenzio.>.
All’interno di una frase esistono inoltre degli elementi facoltativi detti circostanziali.
I gruppi di parole
Un gruppo di parole è detto “sintagma”. Esistono dei criteri che ci permettono di individuare gruppi di parole:
Movimento: le parole che fanno parte di uno stesso gruppo si muovono insieme.
Enunciabilità in isolamento: le parole che fanno parte dello stesso gruppo possono essere pronunciate da sole.
Coordinabilità: le parole che fanno parte dello stesso gruppo possono essere unite ad un altro gruppo.
La parola intorno alla quale è costruito un gruppo di parole è chiamata “testa” del gruppo di parole, gli altri elementi del gruppo sono detti “modificatori”; a seconda del tipo di parola otterremo diversi gruppi di parole:
Sintagmi preposizionali: testa=preposizione;
Sintagmi nominali: testa=nome;
Sintagmi verbali: testa=verbo;
Sintagmi aggettivali: testa=aggettivo.
Una rappresentazione della struttura dei sintagmi è costituita di diagrammi ad albero (indicatori sintagmatici), tramite lo “schema X-barra”, oppure tramite parentesi. I sintagmi sono i costituenti della frase mentre le parole sono i costituenti ultimi della sintassi. I sintagmi più semplici sono quelli costituiti dalla sola testa che è l’unico elemento la cui presenza è necessaria.