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Soggetto e predicato

A livello sintatticosi definisce “soggetto” l’argomento che ha la stessa persona e lo stesso numero del verbo; a livello semantico il “soggetto” è colui che compie l’azione, a livello della comunicazione il “soggetto” è ciò di cui si parla. E’ meglio però limitarsi ad usare i termini “soggetto” e “predicato” per riferirsi alle nozioni di livello sintattico. A livello semantico si parlerà di “agente” e “azione”, mentre a livello della comunicazione si parlerà di “tema” per indicare il “soggetto” e di “rema” per indicare il “predicato”.

 

Categorie flessionali

Le desinenze delle parti del discorso variabili esprimono le diverse categorie flessionali: ad esempio il genere, il numero, il caso, il tempo, la persona e il modo. Se due parole hanno le stesse categorie flessionali si parla di “accordo”; se invece una parola ha una data categoria flessionale perché le è assegnata da un’altra parola con categorie flessionali diverse si parla di “reggenza”.

 

Genere, numero e persona

In italiano esistono due generi, il maschile e il femminile; gli elementi del sintagma devono accordarsi con il genere del nome testa del sintagma nominale, questo non succede ad esempio in inglese in quanto l’aggettivo è invariabile. Per quanto riguarda il numero, l’italiano oppone l’indicazione di un solo oggetto a quella di più oggetti appartenenti alla stessa classe, quindi singolare e plurale. In lingue come il greco o il sanscrito esistono tre numeri grammaticali: il singolare, il plurale e il duale; altre lingue hanno un’espressione anche per il triale. Come il genere, anche il numero manifesta il fenomeno dell’accordo: se la testa del sintagma nominale è singolare devono esserlo anche gli altri elementi del sintagma. Le persone grammaticali sono tre: prima persona (colui che parla), seconda persona (a chi ci si rivolge) e terza persona (quella che non entra nel dialogo).

 

Caso

Il “caso” indica la relazione che un dato elemento nominale ha con le altre parole della frase, in cui si trova. In italiano, le relazioni tra verbo e argomenti sono espresse mediante 1) l’ordine delle parole e 2) l’uso di un morfema grammaticale libero. In latino la diversa relazione degli argomenti con il verbo è espressa dalla loro desinenza: nominativo, accusativo, dativo, genitivo, vocativo e ablativo.

 

Tempo e modo

Una frase come <Gianni è partito.> contiene un’espressione di tempo. La frase può essere enunciata in un determinato momento, il momento dell’enunciazione, mentre il tempo indicato nella frase è detto momento dell’evento. In determinate frasi viene indicato anche un momento di riferimento diverso dal momento dell’enunciazione e del momento dell’evento (ad esempio <Gianni parte.>. Per operare invece altre distinzioni all’interno del sistema dei tempi dell’italiano si ricorre alla categoria dell’aspetto: questa categoria ci permette di distinguere fra i tempi del passato cioè l’imperfetto, il passato prossimo e il passato remoto. Il termine “imperfetto” rimanda a qualcosa di non finito, si parla quindi di aspetto imperfettivo; passato prossimo e remoto sono esempi di aspetto perfettivo, cioè compiuto. Il passato prossimo descrive un evento passato i cui effetti sussistono ancora nel presente; il passato remoto descrive un evento che non ha più alcun rapporto con il presente.



 

 


Date: 2016-01-14; view: 848


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