Una parola è un segno, un segno è un’unione tra significante (rappresentazione sonora) e significato (rappresentazione mentale). Il segno ha varie proprietà tra cui:
Distintività: ogni segno si distingue da un altro (notte/botte).
Linearità: il segno si estende nel tempo se è orale e nello spazio se è scritto.
Arbitrarietà: non esistono regole che associano al significante il significato, esistono delle eccezioni che riguardano le forme onomatopeiche.
I segni possono essere linguistici o no: la disciplina che studia i segni linguistici è la linguistica, quella che studia i segni in generale è la semiologia o semiotica.
Le funzioni della lingua
Secondo Jakobson le componenti necessarie per un atto linguistico sono sei:
1) parlante;
2) referente (ciò di cui si parla, ciò cui l’atto linguistico rimanda, realtà extralinguistica);
3) messaggio;
4) canale (attraverso cui passa la comunicazione);
5) codice;
6) ascoltatore.
A ciascuna di queste componenti Jakobson associa una funzione linguistica:
1) funzione emotiva: si realizza quando il parlante esprime stati d’animo;
2) funzione referenziale: è informativa, neutra;
3) funzione poetica: si realizza quando il messaggio inviato fa si che l’ascoltatore ritorni sul messaggio stesso per apprezzarne il modo in cui è formulato;
4) funzione fatica: quando si vuole controllare se il canale è aperto è funziona regolarmente;
5) funzione metalinguistica: quando il codice viene usato per parlare del codice stesso;
6) funzione conativa: si realizza sotto forma di comando o di esortazione rivolti all’ascoltatore perché modifichi il suo comportamento.
Lingue e dialetti
Un parlante denuncia sempre la sua provenienza: si dice che esistono italiani regionali che corrispondono approssimativamente alle tre principali aree geografiche dell’Italia.
1^ divisione:
italiano standard;
italiano regionale;
italiano locale.
Attraverso l’italiano regionale passano all’italiano molte forme “locali”, ogni lingua è stratificata.
2^ divisione:
italiano scritto (forma più austera della lingua);
italiano parlato formale;
italiano parlato informale;
italiano regionale;
dialetto di koinè (regione dialettale);
dialetto del capoluogo di provincia;
dialetto locale.
Dato che anche il dialetto è costituito da suoni, parole, frasi e significati, la differenza tra questo e una lingua non è linguistica, ma semmai socio-culturale.
10. Pregiudizi linguistici
1- idea che vi siano lingue primitive à evolutesi poi in lingue complesse à impossibile perché tutte le lingue hanno sistemi fonologici, morfologici e sintattici complessi.
2- lingue per eccellenza logiche à non esistono lingue logiche e lingue illogiche, tutte le lingue hanno una loro logica interna.
3- distinzione lingua/dialetto à la lingua sarebbe un sistema più evoluto dei dialetti à ma ogni dialetto ha sistemi fonologici e sintattici complessi esattamente come quello di ogni altra lingua.
4- certe lingue sono belle altre brutte à sono giudizi soggettivi non ci sono parametri oggettivi per definire se una lingua è bella o brutta.
5- lingue facili o difficili.
CAPITOLO III
LE LINGUE DEL MONDO
Intro
La Linguasphere è un’organizzazione dedita allo studio delle lingue del mondo, che propone una classificazione che conta 10 ordini di grandezza che vanno da 9 (più di un miliardo di parlanti) a 0 (lingue estinte). Questa classificazione pecca però di imprecisione: molte lingue pur essendo diverse sono considerate la stessa lingua, perché i parlanti si comprendono a vicenda. Il numero dei parlanti si basa fondamentalmente sul numero dei cittadini di una nazione.
Da un punto di vista linguistico esistono tre modalità di classificazione:
1) Genealogica: due lingue fanno parte della stessa famiglia genealogica quando derivano dalla stessa lingua originaria. La famiglia genealogica è l’unità massima, le unità inferiori sono dette gruppi.
2) Tipologica: si dice che due lingue sono tipologicamente correlate se manifestano una o più caratteristiche comuni.
3) Areale: lingue che hanno sviluppato caratteristiche strutturali comuni perché appartengono alla stessa area geografica. Le lingue in questione formano una lega linguistica
1. Classificazione genealogica: le famiglie linguistiche
Due lingue sono genealogicamente parenti quando derivano dalla stessa lingua originaria o lingua madre. Famiglie linguistiche:
Indoeuropea: Europa. Latino, greco.
Afro-asiatica (camito-semitica): Africa settentrionale, Medio Oriente e parte dell’Africa orientale. Egiziano antico, arabo e ebraico.
Uralica: Europa orientale e Asia centrale e settentrionale. Finlandese, estone e ungherese.
Sino-tibetana: Asia occidentale. Cinese mandarino, tibetano e lolo-birmano.
Nigerkordofaniana: nazioni africane poste al Sud del Sahara. Swahili.
Altaica: Asia centrale. Mongolo, turco.
Dravidica: India meridionale. Tamil, brahui.
Austro-asiatica: Asia meridionale. Khmer e vietnamita.
Austronesiana. Oceania. Giavanese, hawaiiano.
Esistono anche delle lingue che sono isolate, cioè di cui non si può dimostrare la parentela con altre lingue: in Europa il basco, in Asia il giapponese e il coreano.