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Una voce straordinaria per una sola verità: il bambino che nasce

Antonella Ruggiero : canto la sacralità della vita

Mer 05 Gen 2011 | di Giuseppe Stabile

 

 

Ci vuole molta forza per esprimere con coerenza il proprio talento senza perdere l’anima, abbagliati dal successo e dalla notorietà. Antonella Ruggiero, donna sensibilissima e cantante poliedrica apprezzata in tutto il mondo, ha avuto il dono di una voce straordinaria con la quale ci accompagna a scoprire la sacra bellezza che è in ognuno di noi.

Antonella, sulla copertina del tuo nuovo cd “I regali di Natale”, c’è una tua bella foto da bambina. Che ricordi hai dell’infanzia?
«In quella foto avevo solo ventisette mesi e indossavo un vestito riadattato di una bambola. Ho avuto una bella esperienza familiare: sono stata figlia unica di due genitori splendidi, che mi hanno sempre sostenuto. Nella confezione del cd ci sono anche le foto dei regali di Natale che ricevevo di anno in anno; di quel periodo dell’anno ho dei ricordi fantastici, vissuti senza capire ma con tanta gioia, come solo i bambini sanno fare».

 

 

Quali sono le radici del tuo talento artistico?
«Da piccola ascoltavo molta musica ed in casa c’era anche mia mamma che cantava spesso; però immaginavo di fare la pittrice, volevo avere a che fare con il colore e non con le note. Sono sempre stata convinta che nel processo educativo la pittura e l’arte in generale siano molto utili per far esprimere i bambini ed aiutarli ad allentare le tensioni familiari che, se non affrontate, si sedimentano a livello inconscio e minano la possibilità di vivere da adulti felici»

 

Sei sempre stata molto attenta alle problematiche dei più giovani. Come valuti la situazione attuale?
«Mi occupo spesso dei bambini e degli adolescenti di varie parti del mondo, capisco le loro esigenze e mi stanno a cuore. I bambini sono straordinari e non meritano quello che spesso vivono: soffro nel pensare all’estrema povertà di tanti piccoli del sud del mondo ma anche qui tra di noi, nonostante ci siano molti genitori in gamba, tanti bambini soffrono per l’assenza degli adulti o per uno stile di vita lontano dalla natura che porta alla depressione. Inoltre, mi sento molto vicina agli adolescenti che non riescono ad esprimere le loro potenzialità perché non trovano riferimenti e neanche una scuola che li aiuti. Nonostante questo però ho molta fiducia nei giovani, perché la maggioranza di loro è sana: rispetto alle nostre generazioni hanno la possibilità di informarsi meglio e non si trovano addosso tutti quegli strati formati dalle ideologie. Sono loro che riusciranno a salvare l’Italia dalla brutta crisi sociale e morale che stiamo vivendo».

Cosa significa per te cantare?
«Tutto quello che canto è legato alla mia intimità ed ai miei ricordi: mi rivedo bambina, mi ritornano alla mente dei momenti di gioco o esperienze con i miei genitori. Ritengo che la musica sia un mezzo straordinario per comunicare la bellezza e le mie scelte professionali rispecchiano la mia personalità: da molto tempo ho rinunciato a facili progetti commerciali, quello che faccio deve far star bene anzitutto me stessa, altrimenti cosa comunico agli altri? Io lavoro come un artigiano nella sua bottega, con persone autentiche e musicisti di grande qualità, tra i quali c’è mio marito Roberto Colombo che cura ogni dettaglio».



 

Tutti ti ricordano come l’ineguagliabile voce dei Matia Bazar. Cosa ha rappresentato per te quell’esperienza?
«Sono stati anni interessanti, anche perché iniziai la mia carriera musicale proprio con il gruppo. Era il 1975 e già al primo disco arrivò il grande successo: eravamo molto affiatati e abbiamo girato tutto il mondo. Però sapevo che dovevo esprimermi in un altro modo e dopo quattordici anni me

ne sono andata».

 

Cos’è successo nei sette anni durante i quali sei stata lontana dal palcoscenico?
«Mi sono preso cura di me e ho viaggiato molto, soprattutto in India, conoscendo altre culture, anche musicali. Ma soprattutto ho vissuto l’esperienza della maternità che per me è la più importante».

Hai intrapreso anche un percorso spirituale?
«Da sempre ho sentito il desiderio di un mio cammino personale, ma senza essere mai stravolta da una persona o una dottrina. Sono stata ribelle nei confronti di molte cose della nostra società, però nel mio intimo ho conservato una luce che non mi ha mai abbandonata. Fin da bambina ho sempre seguito una mia intuizione profonda, forse perché sono un’artista un po’ visionaria, ma so che devo seguire la bellezza delle cose che arriva molto più su delle nostre parole, fino a Dio. Di sicuro, quello che uccide l’anima di una persona è rimanere prigionieri di uno schema, qualunque esso sia».

Ti cimenti in molti generi musicali, ma in questi ultimi anni è cresciuto il tuo impegno nella musica sacra che hai portato con grande successo sui palcoscenici di tutto il mondo.
«Canto la musica sacra che rappresenta la vicinanza alla cultura cattolica nella quale sono cresciuta, ma ho molto rispetto anche per altre culture, consapevole che esistono altre importanti religioni come quella ebraica, musulmana o indù. Negli ultimi anni ho tenuto oltre duecento concerti di musica sacra di tutte le tradizioni, sperimentando ogni volta un grande scambio di valori, rispetto e preghiera. Ho vissuto emozioni indimenticabili cantando a Betlemme, nella sinagoga di Berlino, in Marocco al Festival di Musica Sacra di Fes oppure in Vaticano davanti a quella straordinaria persona che era Papa Wojtyla. Dobbiamo recuperare la sacralità dell’esistenza e la capacità di vedere i tanti miracoli quotidiani che avvengono durante le nostre giornate».

Attraverso le religioni l’uomo ha sempre cercato la Verità.
«La Verità è la bellezza dell’essere umano nella sua totalità, ma la bellezza più profonda e completa sta nel bambino che nasce. Quando viene al mondo il bambino è puro; poi è influenzato dalle tante vicende dell’esistenza che lo possono portare anche alla perversione, com’è successo nei secoli. Anche oggi purtroppo, in molti luoghi del Pianeta, non c’è alcun rispetto per la vita, soprattutto per quella delle donne e dei bambini».

Nelle tue esibizioni dedichi spesso dei brani alla Madonna. Come ti rapporti con la figura di Maria?
«In questi anni, cantando vari brani a Lei dedicati, comprese le canzoni della Buona Novella di De Andrè, ho approfondito la Sua figura ed ho scoperto che è onorata anche in altre religioni e culture, compresa quella musulmana. Lei rappresenta ciò che la bellezza integra delle donne può portare all’umanità. Anche oggi ci possono essere delle ragazze piene di purezza che vivono il contatto con l’Assoluto: la storia non è finita e ci sono persone che all’umanità fanno un gran bene in tanti settori. Ognuno ha dentro di sé una fiamma che quando viene fuori alimenta la mente e le azioni: questo vale per tutti, per ogni religione e cultura».

 

UNA VOCE INIMITABILE
Antonella Ruggiero nasce a Genova il 15 settembre 1952. Divenuta famosa come cantante del gruppo Matia Bazar, nel 1989, dopo quattordici anni di grandi successi, si allontana dalle scene dedicandosi soprattutto alla ricerca musicale. Dopo molti viaggi e un lungo periodo di meditazione, si ripresenta nel 1996 con il suo primo album da solista dall’eloquente titolo di “Libera”, mentre due anni dopo si piazza seconda al Festival di Sanremo con il brano “Amore lontanissimo”. Inizia così un lungo percorso di sperimentazioni musicali durante il quale la Ruggiero pubblica vari cd, confrontandosi con molti generi, dal jazz ai canti montanari, dal pop al tango. Attiva nella solidarietà ed attenta ai giovani, negli ultimi anni ha costruito un ricco repertorio di musica sacra con il quale si è esibita in luoghi di grande valore spirituale di tutto il mondo. Grande amante della natura, dopo aver vissuto a lungo tra le colline della Brianza, si è trasferita sei anni fa a Berlino insieme a suo marito e virtuoso musicista Roberto Colombo.

 

 

 

L’ULTIMO CD, MUSICA SACRA
“I regali di Natale” è l’ultimo disco di Antonella Ruggiero, con il quale la cantante porta a compimento il suo lungo lavoro di ricerca sulla musica sacra. Scelti tra più di duecento brani, i venti canti natalizi presenti nel doppio cd spaziano dal Medio Evo agli anni ’40, cantati in italiano, latino, e con un omaggio al dialetto sardo. L’album è stato interamente realizzato in studio, tra Milano e Berlino, ad eccezione di “Bianco Natale” e “Stille Nacht” (Astro del Ciel), registrati dal vivo a Betlemme e Gerusalemme. «Ho scelto con molta attenzione i canti natalizi di questo mio nuovo cd – ci ha detto la Ruggiero - perché il Natale è una cosa che non ha niente a che fare con il consumismo e con babbo natale: ha un significato molto più profondo».

 

 

 


Date: 2016-01-14; view: 962


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