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I nuovi materiali sulla presenza dei gesuiti in Russia

 

Constantin Simon, S.J., “The 19th Century Volga Mission of the Society of Jesus”, Archivium Historicum Societatis Iesu, Romae: Institutum Historicum S.J, Vol. LXII, 1993, Pp. 43 – 86.

 

La storia della presenza della Società dei Gesuiti in Russia conta più di 200 anni. Prima del XVIII secolo le visite dei gesuiti in Russia furono rare. Dopo il 1772 quando a Vienna fu stepulata la convenzione internazionale sulla Prima Spartizione della Confederazione Polacco-Lituana e la Prussia, l'Impero Russo e l'Impero Austro-Ungarico si divisero le sue terre, più di 200 gesuiti si trovarono sul territorio sotto il controllo dell’imperatrice Caterina II. Nello stesso momento sotto la pressione dei sovrani di Portogallo, di Francia, di Spagna ed altri Stati borbonici, papa Clemente XIV nel 1773 soppresse la Compagnia di Gesù. Ma questa sopravvisse poiché la zarina Caterina II rifiutò attuare il decreto papale di soppressione nei territori cattolici del impero.

Nell 1800 nuovo zar Paolo I affidò ai gesuiti la basilica di Santa Caterina a San-Pietroburgo, i primi etnici russi che entrarono a far parte della Compagnia Ivan Gagarin, Ivan Martynov ed Eugenio Balabin provenienti dalle famiglie aristocratici.

Tuttavia, nel 1820 le attività dell'Ordine in Russia furono vietate, la proibizione durò fino alla rivoluzione del 1917. Nella diaspora russa del XX secolo esistevano comunità molto attive e feconde guidate dai gesuiti, tra le quali vi erano parrocchie e varie istituzioni ecclesiastice a Roma, a Shanghai in Cina, a Meudon in Francia, nei paesi dell’America del Sud, negli Stati Uniti ed altrove.

Il nuovo materiale preparato da padre Constantin Simon è l’articolo “The 19th Century Volga Mission of the Society of Jesus” e pubblicato nel volume LXII dell’Archivium Historicum Societatis Iesu. Sono i documenti scritti a mano e vengono conservati nella biblioteca del Pontificio Istituto Orientale, con il titolo «Notizie circa le nuove Missioni de PP. Della Compagnia di Gesù nella Provincia di Saratovia nell’Impero Russo”.

I documenti raccontano il lavoro dei gesuiti con i coloni tedeschi che vissero lungo il basso corso del fiume Volga, a valle della città di Saratov, nella parte meridionale della Russia europea. I Tedeschi del Volga (in tedesco Wolgadeutsche o Russlanddeutsche) sono una popolazione di etnia tedesca emigrata in Russia sul invito della zarina Caterina II nel 1763 a coltivare le terre vergini nelle zone poco abitate della steppa nel sud del paese. Oltre allo sviluppo dell'agricoltura e alla cura del territorio, per Caterina era importante anche pacificare, civilizzare, rendere abitata la zona e creare un “cuscinetto” tra i suoi sudditi e le popolazioni nomadi delle regioni orientali.

Chi scelse la Russia godette di speciali diritti, garantiti dalle condizioni poste dal proclama mantenendo la propria lingua, cultura, tradizioni e religioni tipiche della propria terra d'origine.



L’autore padre Simon è conosciuto come storico molto preciso e serio, tra i sue opere vi sono i libri “I Gesuiti e la Russia” ( Roma, 1989), “I Gesuiti e l’Ucraina” ( Roma, 1992), in due volumi “Russicum: Pioneers and Witnesses of the Struggle for Christian Unity in Eastern Europe” (Roma: Opere Religiose Russe, 2001-2002), “Pro Russia. The Russicum and Catholic Work for Russia” (Roma, 2009) e i seguenti articoli “The First Years of Ruthenian Church Life in America” da Orientalia Christiana Periodica. 1994. ¹ 60, “Eastern Catholics in North America” da The HarperCollins Encyclopedia of Catholicism. New York: HarperCollins, 1995, “Jesuits and Belorussians: On the Fringe of Civilization or at the Cultural Crossroads?” da Diakonia. 1997. ¹ 3/28., “Gli ebrei e l’antisemitismo in Russia” da La Civilta cattolica, 2004.


Date: 2015-12-18; view: 769


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